venerdì 9 luglio 2010

"... destabilizzazione in corso..." - ideaOstile



Trentadue minuti di musica suddivisi su sette tracce. Questo l’esordio di “idea Ostile”, giovane band bellunese che propone il suo “… destabilizzazione in corso…”.
Se esiste( e certamente esiste) un filo conduttore tra l’inquietante copertina, i testi e i suoni, questo link è ben racchiuso nella mente di chi crea e propone la musica, e l’osservatore esterno può solo dare un’interpretazione soggettiva, col rischio di perdere di vista l’obiettivo vero.
La lettura dei testi (sei brani su sette sono cantati) si unisce alla simbolica (e oscura) copertina, con un personaggio in maschera che assume il ruolo di burattinaio e sembra voglia mantenere l’equilibrio temporale, forse sperando di fermare il tempo, o magari solo dominarlo.
Cantiere. Nella mia testa. Scava, scava, scava. Cosa scavi? Alta velocità dei pensieri. Per dove? Per chi? Riempio tutti i buchi del mio tempo. Tempo? Free time.”( Il Capitale).
Le parole rimangono. Sulle labbra. Le immagini ferme. Nell’iride. Contatto non c’è. Tra gli ego. In uno spazio che divide. Mentre disegno una vita. Tocco il mio viso. Connessioni tra corpo … e strumento. Le scatole cinesi . Aprono lente. Alla luce. Che unisce.”(Sulle labbra).
Riflessioni mature o eccessive preoccupazioni ?
Forse è esagerato pensare che le liriche possano avere funzioni didascaliche, ma se inducono a qualche “serio pensiero” diventano un valore aggiunto.
La musica è “oscura” quanto basta per poter proseguire la liason di cui sopra.
Ho letto che è stato coniato il termine “Taunus Rock”, etichetta nuova per me, ma che in qualche modo posso ora inquadrare.
Taunus è anche il titolo di un brano che racconta di un “sfortunato viaggiatore”, che utilizza un’auto vintage, una Ford Taunus.
Ecco la mia definizione da incollare a “idea Ostile”: il percorso musicale di questo giovane gruppo, lega il vecchio al nuovo, la musica prog a quella dark, con passaggi di puro rock.
Non si può scrivere musica pensando di inventare un genere, ma ci si esprime secondo le proprie conoscenze e competenze, e il “vintage della Taunus” è qualcosa che fa parte del nostro DNA di musicofili, e in qualche modo deve condizionarci nei nostri pensieri e nelle nostre azioni.
Ed è questa, a mio giudizio, la chiusura del cerchio … reminiscenze antiche, mai rinnegate, sposate alla voglia di sperimentazione, alla necessità di nuovo.
Per la parte musicale ideaOstile presenta una line up unica al mondo… credo.
Mi era capitato di vedere un batterista che nel bel mezzo di un brano lanciava la bacchetta destra per utilizzare una tastiera, suonando contemporaneamente batteria e piano elettrico (Bacio della Medusa), ma … la formazione con due bassi elettrici e un violino (ma senza chitarra), è davvero originale, e alla luce di quanto ho ascoltato, ampiamente giustificabile.
Nel filmato a seguire risulta chiara la suddivisione dei compiti tra i due bassisti, e l’impressione che ne ho tratto è che la strada intrapresa non sia solo quella dell’originalità a tutti i costi, ma piuttosto il frutto di un percorso, magari intrapreso casualmente, ma ormai consolidato.
Un bel “disco”, da ascoltare e leggere tra le righe, non necessariamente per i più giovani.


FORMAZIONE
Lorenzo ‘Lollo’ Viale: voce solistaDaniele Bortoluz: violino elettrico ed acusticoStefano Funes: batteria - percussioni - voceMassimo Longo: basso 4 cordeErvin Bez: basso 6 corde – basso fretless 6 corde

Info:


Synpress 44
P.I.: 00243248887
Via Martiri d'Ungheria 9, 82100 Benevento
Tel: 0824-312966
Francesca Grispello: 328-8665671; Donato Zoppo: 349-4352719.
Mail: info@synpress44.com

L'INTERVISTA


Ascoltando i primi due brani sono rimasto colpito dall’utilizzo dei tempi dispari, tipicamente“progressivi”, unitamente all’utilizzo del violino, strumento più classico, ma largamente usato nelle famiglie più “nobili” del prog. Qual è il link esistente tra giovani musicisti come voi e certa musica di inizio anni 70? 
Mah, in generale credo che il legame più forte sia semplicemente la passione per la musica e la voglia di sperimentare, cioè di non essere legati a certi cliché. In musica, se si è un attimino mentalmente aperti e con voglia di esprimersi, ci sono infiniti modi di farlo. Di conseguenza, la nostra line up e le nostre canzoni sono così come sono semplicemente perché così ci piace.

A memoria non ricordo una line up così inusuale. Mi riferisco soprattutto al doppio basso che, seppur usato con tecnica differente, richiede comunque una spiegazione che superi il concetto di originalità. E’ un elemento strettamente legato al vostro progetto? 
Beh ora lo è, ma l’efficacia di questa formazione l’abbiamo scoperta solo dopo quattro anni dalla nascita del gruppo. Ora crediamo che questo sia il perfetto sound Ostile. Il legame tra gli inizi e l’odierno sta nella continua sperimentazione, cioè sfruttare al meglio la nostra musicalità e i nostri strumenti.

Siete nati alcuni anni fa e avete modificato strada facendo la formazione. E’ rimasta intatta l’idea originale, la musica che fa parte del vostro DNA?Beh, potremmo rispondere con un SI alla tua domanda, nel senso che, in questi anni, il sound è cambiato, ma il legame forte è sempre stata la voglia di sperimentare e di suonare ciò che sentivamo.

A volte il successo professionale passa anche attraverso la strada del piccolo ( a volte grande ) compromesso. Sareste disposti a deviare dal vostro binario iniziale, magari con concessioni ridotte, pur di arrivare a una importante visibilità’ ? 
Mah, non credo, perché molto probabilmente non ci verrebbe bene. Se senti un buon sound è proprio perché stiamo suonando come più ci piace. Se ci venisse imposto qualcosa di diverso rispetto a quello che solitamente componiamo, come potremmo farlo rendere al meglio sia su disco che, soprattutto, dal vivo??!!

Cosa pensate dell’evoluzione della tecnologia, relativamente al businnes esistente attorno alla mondo musicale? 
L’evoluzione ha i suoi pro e i suoi contro. Di contro, come sappiamo tutti, c’è che le vendite di supporti sono state decimate. A favore però abbiamo la maggior possibilità di conoscere nuove bands (ma pure bands storiche che fin’ora non si aveva avuto la possibilità di approfondire) e nuova musica , il che invoglia ad assistere a concerti che anni fa non avrebbero destato il nostro interesse (e in questo sta buona parte di recupero del guadagno perso nelle vendite di dischi). Stessa cosa per l’acquisto di dischi o dvd: io voglio essere abbastanza sicuro di come spendo i miei soldi e ora , grazie alla tecnologia posso esserlo, avendo prima la possibilità di ascoltare e/o visionare.

Esiste un gruppo o un artista del passato che considerate un esempio professionale, un modello da seguire, o più semplicemente la colonna sonora della vostra vita, dall’adolescenza ad oggi? 
Certamente ognuno di noi hai i propri autori ed artisti preferiti ed è normale che di conseguenza ci siano delle influenze in ciò che componiamo, però fin’ora non c’è nessuno in particolare a cui ci siamo rifatti. I nostri ascolti sono molto disparati e apprezziamo tutte le forme d’arte. Dal ‘600 ad oggi sono esistiti ed esistono dei veri genii e professionisti da cui trarre grandi insegnamenti, anche dai ragazzi molto più giovani di noi.

Quanto sono importanti per voi i testi? “Vivete” un brano (anche) come “portatore sano” di messaggi o considerate che la musica, in quanto tale, sia il messaggio stesso? 
I testi sono parte integrante dei nostri brani, tanto quanto la parte strumentale. Muscoli ed ossa, gli uni non starebbero in piedi senza gli altri (a parte in rari casi specifici).

Un’ultima domanda. Come sintetizzereste “.. destabilizzazione in corso”, se voleste convincere un giovane a comprarlo? 
Un “noncliché”, un disco per curiosi, da più di un ascolto. “Taunus Rock” allo stato puro ! (ma che sarà mai sto Taunus Rock?? )